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Testimonianza di Eugenio Perico

Mi pare di capire che anche per Voi, l’intento primario sia quello di contribuire, attraverso lo sport, all’educazione dei ragazzi che hanno passione per questa attività  e che scelgono di praticarla nella  Società.
Convinzione che condivido poichè attraverso l’educazione, si costruisce la persona e quindi la società ed è molto bello che questo avvenga in un clima allegro, in compagnia di amici coetanei e guidati da adulti competenti a cui sta più a cuore la persona che è dentro la maglia  della vittoria della gara – che comunque rimane l’obiettivo per cui si collabora e  si cerca in tutti i modi di raggiungere .
Tutti cullano il sogno di diventare bravi, di riuscire a far vincere la propria squadra, di meritare il bacio della mamma ed i complimenti di papà e soprattutto l’approvazione di quel signore seduto in panchina. Si, perchè questa persona è la più importante di tutte. Non c’è maestra o professore, preside o curato, sindaco o eroe televisivo, che sia più determinante del “mister”. L’allenatore diventa, in queste fasi di crescita, un modello non solo nell’attività sportiva, ma in tutto quel che fa.
In questo rapporto così stretto è evidentissima la responsabilità educativa che compete a questi adulti che non possono non accettarla.
La pratica sportiva ha ricadute positive e decisive sulla crescita del ragazzo; una delle più importanti è la possibilità di sperimentare concretamente, il rapporto tra impegno, inteso anche come sacrificio profuso nell’attività praticata, ed il risultato, non della gara ma come esito di un processo precedente.
Sembra un passaggio comune del percorso educativo, ma invece è la chiave per comprendere una delle dinamiche essenziali della realizzazione della persona: senza impegno e sacrificio non si ottengono miglioramenti e soddisfazioni.
E se un ragazzo trova queste gratificazione e si appassiona sempre di più a quello che fa, scoprendo l’importanza di essere stimato dai compagni e dagli adulti, difficilmente dovrà ricorrere a quelle pericolose scappatoie, quali alcol e droga, per essere contento di se stesso, alla ricerca della propria autostima.
Come fanno le pere quando sono mature, così anche io decisi, a 36 anni, di chiudere la carriera attiva nel calcio e speravo di fare qualcosa d’altro che avevo preparato negli anni.
Ma avevo fatto “i conti senza l’oste”- il presidente dell’Atalanta – che mi propose di entrare nel settore giovanile.     Pensavo fosse facile far acquisire a dei ragazzi, selezionati in tutta la regione e anche in tutta Italia, i necessari adattamenti (fisici, tecnici e tattici) per sviluppare al meglio le già spiccate qualità calcistiche in loro possesso. Ma non è stato proprio così.
Come in tutte le attività della vita dell’uomo, anche in quella sportiva, i miglioramenti non arrivano GRATIS, ma sono il frutto della volontà, dell’applicazione, del sacrificio e della costanza, della rinuncia e della scelta.
Per rendere più familiare, accessibile e concreta questa parte dell’addestramento (che forse è la più importante), mi sono deciso a mettere tutto per iscritto: dalla preparazione ideale, alla gara dal punto di vista mentale, ai compiti di ogni giocatore per ruolo nelle varie fasi di gioco, dalla tattica individuale a quella di squadra(collettiva); da come prepararsi la borsa, a come rendere più efficace il ricordo di errori commessi  o comportamenti sbagliati nelle partite precedenti, di come utilizzare al meglio le esperienze negative onde evitare il ripetersi nelle occasioni successive.…… Un testo con ampi spazi bianchi dove ogni ragazzo poteva annotare le sue esperienze particolari, positive o negative, e come poteva far meglio.
Ed ogni settimana il faldone con queste note si arricchiva di nuove domande e il rispondere a tono, era il nostro passatempo rituale, nelle ore libere da altri impegni.
Non è detto che questi accorgimenti possano sempre dare aiuti straordinari, ma a me sono serviti a migliorare sempre un po’ di più e forse questo è stato decisivo per qualcuno dei molti ragazzi che ho avuto la fortuna di accompagnare al professionismo.

Chi è Eugenio Perico

EUGENIO PERICO