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DON IRMO

Maggio 1950

Con la rinuncia della Parrocchia di Acqualagna da parte del parroco Don Enea Galli, che l’aveva presieduta dal 1932, l’Arcivescovo di Urbino Mons. Antonio Tani,assegnò la stessa al neo laureato al seminario regionale di Fano, Don Irmo Fraternale.

Per festeggiare il suo ingresso in Acqualagna, Don Irmo organizzò per tutti i giovani del paese una gita di due giorni a Fonte Avellana. Mia nonna preparò, per me e mio fratello Tonino, una cassetta con uova sode, mortadella, salame e pane che, poiché fatto in casa, durava diversi giorni.
Allora tutti i nostri amici, per fame più che per farci uno scherzo, ci consigliarono di fare un’escursione fino in cima la Catria e così facemmo. Al nostro ritorno, dentro la cassetta, non ritrovammo ovviamente il mangiare, ma era stata riempita con la cacca delle mucche.
La notte abbiamo dormito nel teatro del monastero; noi eravamo sprovveduti o meglio “villanotti” e distruggemmo tutto, tende, sedie, palco e tutto quello che avevamo trovato. Don Irmo fu costretto a ripagare tutto e al rientro in Acqualagna ci disse: “’na volta m’avet freghet , ma a mò, n’nantra volta en me freghet piò sicur!”

da “Storie di paese: i racconti di mio padre”

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2020-05-05T10:30:05+02:00

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