FINO ALL’OSSO

Fino all’osso è un film che racconta la storia di una ragazza, Ellen, che soffre di un disturbo alimentare, l’anoressia.

La vita di Ellen è stata un po’ turbolenta fino ad ora, i genitori hanno divorziato, vive con la nuova famiglia del padre, lui sempre assente (infatti non compare mai nel film), la matrigna Susan che, pur sbagliando approccio prova ad aiutarla e la sorellastra Kelly amica di Ellen. La madre naturale della protagonista si è risposata con una donna e vivono lontano da lei.

Dopo essere stata in diverse cliniche dove non ha mai ottenuto risultati positivi, forse perché Ellen non si rende realmente conto del male che si sta facendo, accetta di entrare in un centro di riabilitazione Threshold (che significa soglia), gestito dal dottor Beckham.

Qui gli inquilini vivono come se fosse una vera e propria casa, guardano la tv, coltivano i propri hobby, come la normale quotidianità. Una specie di auto-aiuto, il dottor Beckham è un po’ alternativo, brutalmente sincero a volte, come quando Ellen gli dice che non vede un motivo per continuare a vivere, il dottore risponde che non c’è un motivo e non può rassicurarla in alcun modo. “Smettila di sperare sempre che qualcuno ti salvi, le cose non vanno sempre bene ma tu sei forte, comincia ad affrontare le sfide e potresti avere una vita incredibile.” Le sue parole però non bastano e poco dopo Ellen decide di lasciare la clinica e andare a casa della madre. Ad un certo punto, forse in un sogno o un’allucinazione vede se stessa magra, fredda, per terra, come se fosse morta, si vede come la vedono le altre persone, pelle e ossa.

Il dottor Beckham dice che la terapia serve ad alcune persone a non fargli toccare il fondo perché è troppo duro da affrontare, per lei invece è fondamentale toccarlo così da poter risalire. Infatti Ellen dopo essersi vista in sogno è felice di essere ancora viva ed è finalmente pronta ad affrontare il percorso di guarigione.

Il film si conclude con Ellen che torna al centro di riabilitazione non sappiamo se è riuscita a guarire, ma non è questo l’importante. La cosa fondamentale è che Ellen ha capito di voler vivere, ed è disposta a farsi aiutare davvero questa volta. Non possiamo aiutare qualcuno che non vuole essere aiutato.

Il film non è un documentario però mantiene le caratteristiche e gli aspetti tipici di quello che fanno gli anoressici per esempio: sminuzzare il cibo, contare continuamente le calorie, misurare la circonferenza del braccio per far sì che resti tra il pollice e l’indice, serie infinite di addominali.

I disturbi alimentari sono sempre stati associati all’adolescenza, ma negli ultimi anni la fascia d’età di persone che ne soffrono si è abbassata spaventosamente agli 8-9 anni. Questo perché ovunque ci giriamo ci sono modelli di perfezione a cui aspirare per essere accettati dalla società. Adesso che siamo in estate poi iniziano a bombardarci con la frase “sei pronta per la prova costume?” il fenomeno aumenta sempre di più. Non ho una soluzione per questo problema, l’unica cosa che possiamo fare, passatemi il termine  è fregarsene altamente anche se è più facile a dirsi che a farsi.

Martina Orlandi   

                                                                                                                  

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2022-03-29T23:46:54+02:00

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