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[themeum_collaps title=”CLICCA PER LA FORMAZIONE NELLA FOTO” id=”id2942″]Una formazione del Perugia nella stagione 1978-1979, 2º classificato in Serie A ed eliminato ai quarti di finale della Coppa Italia, qui durante il ritiro precampionato a Norcia; noto con l’appellativo di Perugia dei miracoli, la squadra raggiunse in quest’annata il suo miglior risultato nella massima serie italiana a girone unico, conseguendo allo stesso tempo uno storico record d’imbattibilità – un intero torneo senza sconfitte, primato mai stabilito prima da alcuna formazione in Serie A (e in seguito eguagliato solo dal Milan del 1991-1992 e dalla Juventus del 2011-2012). In piedi (da sinistra): Grassi, Vannini, Della Martira, Speggiorin, Casarsa, Frosio (capitano). Accosciati (da sinistra): Ceccarini, Bagni, Dal Fiume, Butti, Nappi

Maggiori presenze Campionato: Ceccarini, Della Martira (29)
Maggiori presenze totali: Ceccarini, Della Martira (35)
Miglior marcatore Campionato: Speggiorin (9)
Miglior marcatore totale: Speggiorin (11)
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Sabato 23 Aprile 2016 è stata scoperta la targa che intitola lo stadio di S.Angelo in Vado ad ANTONIO CECCARINI, uno  dei giocatori più amati dai tifosi del Perugia, protagonista della stagione d’oro 1978/79 e scomparso nove mesi fa.

Per ricordare ai più giovani “Il Tigre”, come era soprannominato Ceccarini, riportiamo  un racconto della “STAGIONE PRODIGIO”.

Siamo nella stagione 1978/79, il Perugia del presidente D’Attoma, del giovanissimo allenatore Ilario Castagner e di  Silvano Ramaccioni, che diventerà poi il general manager del grande Milan, gioca un gran calcio: vince, pareggia, pareggia e vince. In precedenza non era infatti mai successo che una squadra disputasse un intero campionato di serie A senza perdere nemmeno una partita.
A stabilire quel record (eguagliato soltanto tredici anni dopo dal Milan) provvidero le 11 vittorie e i 19 pareggi messi insieme dal Perugia. Quarantuno punti in tutto, tre in meno del Milan di Liedholm, quello che festeggiò la stella del decimo scudetto e salutò la prima stagione di Franco Baresi e l’ultima di Gianni Rivera.
Un risultato che ai giorni nostri spedirebbe i grifoni direttamente in Champions League.

“UN GIOCO ALL’AVANGUARDIA”
Non solo: il Perugia ebbe anche la difesa meno perforata del campionato con sole 16 reti subite. I punti di forza della retroguardia erano il capitano Frosio e Della Martira, mentre il regista di centrocampo era Vannini e sulla fascia destra imperversava Bagni. Otto gol li segno’ proprio Bagni e nove Speggiorin, la prima punta. Il Perugia era una squadra compatta ed aggressiva, forse in anticipo sui tempi. Agli avversari non dava il tempo di pensare e badava soprattutto al possesso del pallone.
Il miraggio dello scudetto sembrò materializzarsi a sei giornate dalla fine, quando il Milan, primo con soli due punti di vantaggio sui grifoni, andò a Perugia: tutta la città sognava l’aggancio, un entusiasmo indescrivibile. Gli umbri non potevano presentarsi al gran completo, erano infatti fuori uso due pedine fondamentali come Frosio e Vannini (cui Fedele ruppe una gamba in un Inter Perugia molto discusso), che saltarono quasi tutto il girone di ritorno.
Finì in pareggio, com’era gia’ successo a San Siro e i rossoneri poterono così veleggiare placidamente verso il primato. Il ‘Perugia dei miracoli’ termina secondo a tre punti dal Milan. Per la seconda volta, D’Attoma il conversanese entra nella storia: porta il Grifo in Europa.

Juventus-Perugia 1-2 22_10_1978

Nello Malizia anticipa in uscita il bianconero Virdis durante Juventus-Perugia 1-2 del 22 ottobre 1978, prima vittoria assoluta dei Grifoni in casa dei bianconeri.